Il marketing scientifico e le questioni bioetiche
Raffaele Sinno.
La ricerca medica porterà senz’altro soluzioni straordinarie, ma così costose da porre grossi interrogativi sociali. Le conseguenze di questa rivoluzione biologica saranno imprevedibili. E’ chiaro che non potranno beneficiare allo stesso modo dieci miliardi di persone, e che il meglio toccherà necessariamente pagarlo.
Questa citazione offre lo spunto per discutere di un dibattito centrale nel rapporto tra la ricerca scientifica e le sue applicazioni sociali, il controllo biopolitico dei risultati, e in vero le possibili interazioni tra i fondamenti etici e le leggi del mercato. Nella recente letteratura bioetica la questione trova una sua ampia collocazione, poiché il lavoro di pre-
Il mercato rappresenta in senso metaforico, oltre che gestionale, un’agorà, dove si riflettono tensioni sociali, limiti e preoccupazioni, della perdita del controllo etico di tutto il sistema umano. La convivenza della comunità mondiale si fonda su delicati rapporti di reciprocità, in cui i principi etici normano, e delimitano, le derive dei prometeici traguardi di una scienza che vince e regola tutto. I recenti casi di un non perfetto controllo sul materiale biologico di ricerca in laboratorio, come le questioni di un ampliamento della brevettazione genica, le inferenze delle nanotecnologie nel mondo biologico, aprono sicuramente nuovi orizzonti e, di fatto, sollevano enormi questioni di giustizia e di economia biologica. Possiamo comprendere che le questioni bioetiche sui temi del marketing sono da riferire a tre aspetti principali:
1) Il senso della giustizia e le motivazioni di fondo che regolano la ricerca;
2) L’equilibrio tra profit e non profit;
3) La regolamentazione giuridica mondiale.
Qualsiasi ricerca scientifica raggiunge il suo obiettivo se adegua il suo percorso alle motivazioni intrinsecamente etiche delle procedure e traguardi che si programmano. L’indagare, che è un’operazione umana dell’etica applicativa, non può prescindere dalla natura di chi ricerca, e dalla sua personale responsabilità nei confronti degli effetti che si possono indurre nei suoi simili. Si stabilisce un’ovvia reazione tra ricerca e suo significato sociale, tra bisogni da soddisfare e progettazione, che non sia per natura escludente.
Per questa ragione la giustizia dell’indagine scientifica è un fattore di primaria importanza: “La giustizia, riconoscendo la stretta correlazione tra liberta e diritto, garantisce che i diritti dell’altro non vengono sopraffatti. Dove quest’altro, come manifesta l’attuale contesto della globalizzazione, è costituito da tutta la specie umana, compresa sia sincronicamente, il diritto di tutti gli uomini, sia diacronicamente, il diritto delle future generazioni”.
Per quello che concerne il rapporto tra profit e non, ogni management di marketing, per essere eticamente accettabile, deve essere in grado di operare una governance in cui vi sia redistribuzione del guadagno, liceità della concorrenza, produzione di beni condivisibili, dinamica capacità di reinvestimento in opere strutturali di interesse sociale. Un marketing scientifico incapace di riprogrammare i guadagni è destinato, per le stesse leggi della concorrenza, al fallimento. Un’etica che diviene necessità, ancor prima che virtù, per stigmatizzare un recente aforisma.
Il terzo punto in esame riguarda l’enorme produzione di ordinamenti giuridici internazionali, in relazione al marketing scientifico. Essenzialmente queste norme attengono a specifici ambiti tra i quali:
La tutela della vita e salute umana;
La difesa dei diritti fondamentali nelle applicazioni del marketing scientifico;
La tolleranza tra offerta e consumo.
In definitiva, le ricerche della moderna bio-